Interview by Psycho Andy Romi Italian Metal Magazine

Dopo aver recensito il loro nuovo cd, ‘Into the silence I sink’, devo dire con molto piacere, mi accingo a intervistare la band dei Vitriol.

Benvenuti su Italia di Metallo ragazzi!

[Francesco Lombardo] Ciao e grazie mille per lo spazio concessoci, per noi è un vero onore!

Iniziamo con le presentazioni: chi sono i Vitriol, come nascono?

I Vitriol nascono attorno al 2007. Tutto nasce dall’idea mia e di Michele Panepinto di metter su una band progressive metal. Vengono coinvolti nel progetto Alessandro Sanfilippo, Piero Carvello e Gianluca Pappalardo, musicisti di gran talento e nostri grandi amici.
Nel 2009 pubblichiamo il nostro primo EP Vitriol”, che viene accolto molto bene da riviste e webzine italiane e straniere e suscita l’interesse della label americana Melodic Revolution Records, che ci propone di entrare nel suo roster.
Con la stessa label, tre anni dopo (nel Novembre 2012) e con l’ingresso nella line up di Tommaso Semrov, pubblichiamo il nostro primo full-lenght “Into the Silence I sink”.

Il nome Vitriol ha un significato ben preciso, come è stato concepito?

V.i.t.r.i.o.l. è l’acronimo di “Visita Interiora Terrae Rectificando Invenies Occultum Lapidem”, uno dei più importanti motti dall’Alchimia rinascimentale: vuol dire “Penetra nelle viscere della Terra e purificandoti troverai la pietra nascosta”. E’ una metafora del processo di purificazione di cui ha bisogno l’alchimista/filosofo/uomo per trovare la verità interiore.
La duplicità del termine “vitriol”, elemento chimico corrosivo e acronimo del motto rinascimentale, rappresenta bene l’essenza della band, costantemente in bilico fra la sua componente aggressiva e quella introspettiva/riflessiva.

 

Il vostro disco, “Into the silence I sink”, è un concept album. Volete spiegarcelo?

Si tratta di album incentrato sul Silenzio, inteso come mancanza di comunicazione a tutti i livelli dell’esistenza umana. La scintilla da cui parte tutto è una semplice constatazione sviluppata nella prima traccia dell’album, “Behind the electric veil”: è un paradosso come in un mondo dominato dai mezzi di comunicazione di massa sia diventato ancora più difficile comunicare profondamente. Le informazioni date e ricevute si moltiplicano, ma contemporaneamente si “assottigliano” e diventano superficiali, causando un silenzio comunicativo profondo e inaspettato.
I testi dei dieci brani si soffermano sui vari “livelli” di questo vuoto comunicativo, sulle maschere che ci creiamo nella vita di ogni giorno (tra i nostri amici, tra l’anonimato della città e ancora di più sulle piattaforme digitali), e su quello che ne consegue, ovvero una scollatura profonda, un silenzio “esistenziale”, fra la nostra maschera esteriore e la nostra interiorità.
E poi un silenzio più grande, più “universale”, come quello fra le Ideologie storiche, detentrici di verità assolute e incapaci di comunicare fra loro: il brano “Despite your cries” è dedicato a Peter Fechter, giovane ragazzo di Berlino Est ucciso durante il suo tentativo di attraversare il muro, barriera fisica e al tempo stesso metafora del Silenzio fra Ideologia Occidentale e Ideologia Sovietica: fu lasciato morire in una lenta agonia perché nessuno volle soccorrerlo per motivi politici nella striscia di terra che tagliava in due la città (consiglio a tutti di leggere la sua storia).
“Three times” infine chiude l’album e cerca di interpretare quello che Cristo sulla croce possa aver sentito quando si trovò di fronte a un silenzio a cui forse non era preparato e che gli fece dire “Padre, perché mi hai abbandonato?”. Il Silenzio più assordante fra tutti, quello fra l’Uomo e Dio.

Come è nata l’idea di un concept album?

Penso che la forma del concept album sia la più adatta per affrontare tematiche complesse: in ogni brano puoi concentrarti su una sfaccettatura diversa del problema.
Inoltre questa formula consente di elaborare, smontare e rimontare dei temi musicali distribuendoli sull’intera durata dell’opera.
Alcuni temi, infatti, sono riproposti in altre “vesti” lungo tutto il full-lenght. A volte sono accenni, a volte subiscono un processo di trasformazione profondo. Questo consente di legare con un unico filo conduttore brani distanti nella tracklist, ma che vogliono “dialogare” tra loro.
Un esempio è possibile ascoltarlo confrontando l’inciso di “Slowly she dies” che viene riproposto in apertura di “Endless Spiral” e che mette in comunicazione i due brani, legandoli indissolubilmente a livello di significati. Potrei fare tanti altri esempi, ma lasciamo agli ascoltatori più attenti questa ricerca.

Chi di voi scrive i testi e chi le musiche?

Mi occupo io del concept, della stesura della musica e dei testi. E’ un processo abbastanza lungo e, a volte, frustrante.
In fase di arrangiamento, però, posso contare su dei musicisti preparatissimi e originali, il loro supporto e i loro consigli (specie quelli di Michele, con il quale mi occupo anche delle riprese, mix e mastering) sono preziosissimi, e spesso sono in grado di migliorare notevolmente la resa delle mie idee iniziali.

Tommaso è entrato nella band solo di recente: come vi siete trovati? Stavate cercando un altro chitarrista o è stato un incontro fortuito?

Abbiamo avuto il piacere di conoscere Tommaso sul web, sul vecchio myspace. Proprio in quel periodo eravamo alla ricerca di un chitarrista che potesse dare ancora più “spessore” e “pesantezza” alla sezione chitarristica, specialmente in vista dei live.
E’ stato davvero un colpo di fortuna poter trovare una persona competente e preparata come Tommaso: ha indubbiamente arricchito ancor di più il ventaglio sonoro dei Vitriol.

Come nasce e quali caratteristiche deve avere un brano per entrare a far parte del repertorio dei Vitriol?

La genesi di un’idea può essere davvero varia, ma in generale deve mostrare fin da subito una cosa: essere potenzialmente in grado di fornire tanti livelli di lettura. Spesso non basta che ci sia solo una buona melodia, lo sviluppo deve essere accompagnato anche su altri livelli: musicali, ritmici, armonici, testuali.
Una cosa che ho sempre ammirato nelle band che preferisco è il far sembrare semplice una trama musicale complessa. Il brano scorre facilmente, in maniera naturale a un primo ascolto, ma quando ci si mette su una chitarra o su un pianoforte e si dice “Ok, adesso vediamo come funziona” si scoprono un sacco di dettagli compositivi geniali, complessi ma che al tempo stesso non alterano la scorrevolezza del brano.
Probabilmente i migliori nel fare questo sono state le band progressive degli anni ’70, ma anche i Pain of Salvation, gli Opeth, in parte i Porcupine Tree e molti altri.
Ecco, in generale quello verso cui tendono i Vitriol è questo; non so se abbiamo ancora una maturità per ottenere questa “scorrevolezza”, ma spero che con il tempo e con del duro lavoro riusciremo a limare il nostro stile e migliorare ulteriormente questo aspetto per noi così importante.

 

Nel vostro lavoro ho trovato, tra le altre, influenze di Nevermore, Korn, Mudvayne, band che non sono collegabili direttamente al panorama prog metal. Come la pensate riguardo? E’ qualcosa di ricercato, casuale, o del tutto inatteso?

Siamo molto orgogliosi che la nostra musica accolga influenze trasversali, e d’altra parte definirci come band progressive metal è un po’ una semplificazione.
In realtà i componenti della band sono molto eclettici per quanto riguarda gli ascolti musicali, siamo grandi divoratori di musica, per cui ascoltiamo davvero di tutto.
L’accostamento ad alcune band è stato davvero inatteso, perché sono band che non conosciamo molto se non per alcuni brani, ad eccezione dei Korn che a me piacciono parecchio.

In ogni modo, confronti a parte, il vostro stile mi è subito risultato molto variegato, completamente diverso dalla maggioranza dei gruppi prettamente progressive metal, e questo, a mio avviso, costituisce il vostro punto di forza.
Quali sono le influenze che vi hanno portato a questo sound?

Grazie mille! Più che influenze musicali in senso stretto, parlerei nel nostro caso di una questione di approccio musicale.
Uno degli apici di questo approccio può essere il capolavoro di Andrew Lloyd Webber e Tim Rice, “Jesus Christ Superstar”, un’opera pienamente progressive che spesso non viene considerata come meriterebbe, una vera pietra miliare.
In quest’opera si ha un connubio musica/testi davvero riuscito, l’interpretazione così “sentita” delle parole sia dal punto di vista delle voci sia dal punto di vista della sezione strumentale è da anni ormai uno dei miei punti di riferimento, e sicuramente ha influenzato molto le scelte che abbiamo operato in fase di arrangiamento dell’album.
Penso che quando ci si accinga a comporre brani con musica e parole, nessuno di questi due aspetti debba essere messo a servizio dell’altro, se non in rari e voluti casi.
Inoltre mi piacciono molto le band che stanno sempre in bilico fra diverse atmosfere all’interno dello stesso brano: un brano degli Opeth, ad esempio, non puoi sapere con sicurezza di come vada a finire… La distorsione estrema o il passaggio acustico raffinato sono sempre dietro l’angolo … Questa imprevedibilità e questo ventaglio di possibilità timbriche mi ha sempre affascinato enormemente.

Quali sono le vostre personali influenze musicali?

Il fulcro intorno al quale ruotano le influenze di tutti i componenti della band è il progressive dagli anni ’70 a oggi, a partire da Yes e King Crimson per arrivare al prog metal dei giorni nostri. A questo ciascuno aggiunge poi le sue tendenze personali, che spaziano davvero a 360°, davvero difficile farne un elenco esaustivo.

Chi sono i Vitriol fuori dai Vitriol? Avete altri progetti, cosa fate nella vita di tutti i giorni?

Quasi tutti i componenti della band hanno la fortuna di poter lavorare con la musica, essendo insegnanti in diverse Accademie Musicali (Bass To Rock, Scuderie Capitani, AMM, Officina della Musica e altre). Io e Michele mettiamo a frutto la nostra conoscenza del progressive per proporre in giro per l’Italia un seminario basso/batteria sui tempi irregolari nella musica rock/metal chiamato “Tempi Duri”.
Ognuno di noi, poi, ha diversi progetti musicali dagli stili più disparati, si va dall’hard-rock al reggae, alla musica folk. Come ti dicevo, siamo molto eclettici musicalmente!

Come vedete il panorama metal e quello progressive attuale?

Il panorama attuale è pieno di ottime proposte artistiche, ma l’attuale crisi discografica che ormai si protrae da anni e che porta le label a non investire più sulle nuove proposte sta “schiacciando” tantissime band poco conosciute, che avrebbero solo bisogno di una buona chance per farsi conoscere al grande pubblico.
Dico “investire” perché uno dei ruoli più importanti cui assolvevano le etichette era quello di fare da “vivaio” per le nuove proposte: spesso le band che si sono mostrate più geniali hanno avuto bisogno di crescere e di maturare per mettere a frutto la loro qualità artistica, e ciò è stato possibile solo con una politica di lungo termine, che non ha mirato immediatamente al profitto dopo il primo album.
Mi sembra invece che ultimamente le major spingano per promuovere le solite band, a scapito delle piccole realtà discografiche che invece soccombono perché non in grado di poter competere economicamente con le loro rivali. Il risultato di questa operazione sembra essere una sfilza di album non troppo esaltanti delle “grosse” band (ovviamente con le dovute eccezioni), mentre tanti piccoli gioielli ad opera di band meno conosciute aspettano solo di essere scoperti dagli ascoltatori più attenti.

 

Siete attivi da qualche hanno, che impressione avete dell’ambiente musicale italiano? Qualche band in particolare vi ha colpito?

L’ambiente italiano è ricchissimo ma è strozzato da alcune “peculiarità” del nostro Paese. Ad una varietà di proposte interessanti non corrisponde un circuito di locali che pongono l’accento su live di qualità, e, soprattutto, su band che propongono con fatica e passione la propria musica. Il concetto di chiamare la cover band per massimizzare gli incassi sembra essere imperante.
Con le dovute eccezioni, sembra che l’ambiente italiano sia poco interessato a una gestione artistica mirata ad accaparrarsi le migliori proposte underground nazionali ed estere. L’organizzazione del nostro tour estero mi sta facendo vedere sempre più chiaramente queste differenze…
E’ ben presente il circuito live che propone band “famose” (anche se vistosamente sbilanciato verso il centro/nord Italia), ma per le band dell’underground è davvero una fatica suonare a condizioni “umane”. Almeno questo è quello che abbiamo visto in base alla nostra modesta esperienza.
Per quanto riguarda la band italiane che ho ascoltato di più negli ultimi anni, penso siano validissimi soprattutto i Novembre, band forse troppo sottovalutata, e i Kingcrow, che ultimamente stanno sfornando degli ottimi lavori. Cambiando genere ascolto con piacere anche i vecchi album di Exilia, Labyrinth, Rhapsody, Extrema.

Avete progetti in cantiere al momento?

Tantissimi, a dire il vero! Stiamo ultimando la produzione di diversi videoclip che quanto prima verranno divulgati attraverso i nostri canali promozionali. Tra questi ci sarà una sorpresa per gli amanti del progressive italiano, si tratta di una cover arrangiata nel nostro stile, spero di poter fare ascoltare qualcosa entro poche settimane!
Siamo anche nelle fasi finali dell’organizzazione di un tour europeo per promuovere al meglio l’album all’estero, pensiamo di poter toccare diversi Paesi, ma su questo lasciamo ancora un alone di sorpresa che sveleremo appena sarà tutto pronto…

Cosa dovremo attenderci dal prossimo lavoro dei Vitriol?

Questa è una domanda che mi faccio dal giorno successivo all’uscita di “Into the Silence I sink” ma, ad essere sincero, non ho ancora la risposta!
Io sono già al lavoro, ma ancora su un piano prettamente mentale. Sto riflettendo su diversi temi stimolanti, ma è ancora presto per fare delle scelte nette. Inoltre vorrei inserire dei concetti compositivi un po’ “particolari” che sto limando a livello “teorico”, ma su questo, tra il dire e il fare…
Ad ogni modo ci metteremo concretamente al lavoro dopo le date europee.

Prossime date dal vivo?

Come ti accennavo siamo nel bel mezzo dell’organizzazione del tour, quanto prima sul nostro sito ufficiale pubblicheremo molte novità!

Un disco a testa che vorreste avere su un’isola deserta?

E’ davvero difficile sceglierne soltanto uno… Ad ogni modo:

Piero: Pink Floyd – The dark side of the moon

Tommaso: Ark – Burn the sun

Alessandro: Pantera – Cowboys from hell

Gianluca: King Crimson – In the court of Crimson King

Michele: Webber/Rice – Jesus Christ Superstar

Francesco: Pain of Salvation – Remedy Lane

A voi le ultime parole: salutate come preferite gli amici di IdM!

Un grazie immenso a Italia di Metallo per averci dato questo spazio!
Speriamo che ai lettori vada di dedicare qualche minuto all’ascolto dei brani sul nostro sito www.insidevitriol.com o sul nostro canale youtube http://www.youtube.com/insidevitriol, la musica emergente ora più di ogni altro momento storico ha bisogno del supporto vivo degli ascoltatori!
Prog on! m/

Intervista a cura di Psycho Andy Romi

In English

After reviewing their new album, ‘Into the silence sinks’, I must say with great pleasure, I am going to interview the band of Vitriol.

Welcome to Italy Metal guys!
[Francesco Lombardo] Hello and thank you for space granted us, for us it is a real honor!

Let’s start with the introductions: who are the Vitriol, how do?
The Vitriol born around 2007. Everything is the brainchild of myself and Michael Panepinto to put on a progressive metal band. Are involved in the project Alessandro Sanfilippo, Piero and Gianluca Carvello Pappalardo, musicians of great talent and our great friends. In 2009, we publish our first EP “Vitriol”, which is very well received by magazines and webzines Italian and foreign aroused the interest of the American label Melodic Revolution Records, which asks us to enter into his roster. With the same label, three years later (November 2012) and the entry in the line up of Thomas Semrov, we publish our first full-length “Into the Silence sinks.”

The name Vitriol has a specific meaning, as it was designed?
V.i.t.r.i.o.l. is an acronym for “Visit innards Terrae rectificando Invenies Occultum lapidem”, one of the most important mottos Renaissance alchemy: it means “penetrates into the bowels of the Earth and purificandoti find the hidden stone”. It ‘a metaphor for the process of purification it needs the alchemist/ philosopher/man to find the truth within. The duplicity of the word “vitriol”, and corrosive chemical element stands under the motto Renaissance represents well the essence of the band, constantly torn between his aggressive component and the introspective/reflective.

Your album, “Into the silence sinks” is a concept album. Do you want to explain it?
It is focused on the album Silence, understood as lack of communication at all levels of human existence. The spark from which everything is a simple fact developed in the first track on the album, “Behind the veil electric” is a paradox as in a world dominated by the means of mass communication has become even more difficult to communicate deeply. The information given and received are increasing, but at the same time “thin” and become surface, causing a deep silence communicative and unexpected. The texts of the ten songs dwell on the various “levels” of this communication gap, the masks we create in everyday life (including our friends, including the anonymity of the city and even more on digital platforms), and that goes with it, which is a deep neckline, a silence “existential”, between our outer and our inner mask. And then a silence bigger, “universal”, like that between the historical ideologies, holders of absolute truth and unable to communicate with each other: the song “Despite your cries” is dedicated to Peter Fechter, a young boy killed in East Berlin his attempt to cross the wall, a physical barrier and at the same time metaphor of Silence Ideology between Western and Soviet ideology: it was left to die a slow death because no one wanted to help him on political grounds in the strip of land which bisected the city (council everyone to read his story). “Three times” finally closes the album and try to interpret what Christ on the cross might have felt when he found himself in front of a silence that perhaps was not prepared and that made him say, “Father, why have you forsaken me.” The deafening silence most of all, that between Man and God

How did the idea of a concept album?
I think the shape of the concept album is best suited to deal with such a complex subject in each song you can focus on a different facet of the problem. In addition, this formula allows you to process, disassembly and reassembly of the musical themes distributing the entire duration of the work. Some themes are in fact replicated in other “garments” along the full length. Sometimes hints have sometimes undergone a process of profound transformation. This allows you to bind with common thread songs away in the tracklist, but who want to “talk” to each other. An example you can listen to the words of comparing “Slowly she dies” that is repeated at the beginning of “Endless Spiral” and that connects the two pieces, inextricably linking them to the level of significance. I could give many more examples, but let the listeners more careful this research.

Those of you who write the lyrics and the music?
I’ll take care of the concept, of writing music and lyrics. It ‘a fairly long and, at times, frustrating. During the arrangement, however, I can count on the highly trained musicians and original, their support and their advice (especially those of Michael, with whom I am also of the shoot, mix, and mastering) are invaluable and are often able to greatly improve the performance of my initial ideas.

Thomas joined the band only recently: how did you find him? Were you looking for another guitarist or was it a chance encounter?
We had the pleasure of meeting Thomas on the web, on the old myspace. Just at that time, we were looking for a guitarist who could give more “depth” and “heaviness” of the guitar section, especially in view of the live. E ‘was really a stroke of luck to find a competent person and prepared as Thomas has undoubtedly enriched even further the range of sound Vitriol.

How does and what features should have a track to become part of the repertoire of Vitriol?
The genesis of an idea can be really varied, but in general should immediately show one thing: be the potential to provide many levels of interpretation. Often it is not enough that there is only a good melody, development must be accompanied on other levels: musical, rhythmic, harmonic, textual. One thing I’ve always admired in my favorite band is the sound simple to a complex musical texture. The song flows easily, in a natural way to a first listen, but when you put on a guitar or a piano and say, “Okay, now let’s see how it works” you will discover a lot of details compositional genius, complex but at the time itself does not alter the flow of the song. Probably the best in doing this was the progressive bands of the ’70s, but also the Pain of Salvation, Opeth, Porcupine Tree in part and many others.
Here, in the general direction towards which the Vitriol is this: I do not know if we still have the maturity to get this “smoothness”, but I hope that with time and hard work we can polish our style and further improve this aspect for so important to us.

In your work, I found, among other things, the influence of Nevermore, Korn, Mudvayne, the band that is not directly connected to the prog metal scene. How to think about it? It ‘s something sophisticated, casual, or completely unexpected?
We are very proud that our music influences welcome cross, and on the other hand define us as progressive metal band is a bit ‘simplification. In fact, the band members are very eclectic with regard to listening to music, we’re big eaters music, so listen to pretty much everything. Approaching some band was really unexpected because they are bands that do not know much except for a few songs, with the exception of Korn that I like a lot.

In any case, comparisons aside, your style I soon became very diverse, completely different from the majority of the groups typically progressive metal, and this, in my opinion, is your strong point. What are the influences that led you to this sound?
Thank you very much! More than musical influences in the strict sense, I would say in our case is a matter of musical approach. One of the quotes from this approach may be the masterpiece of Andrew Lloyd Webber and Tim Rice, “Jesus Christ Superstar”, a fully progressive that is not seen as it deserves, a true milestone. In this work there is a combination music/lyrics very successful, such an interpretation “heard” the words from the point of view of the entries from the point of view of the instrumental section is for years one of my points of reference, and certainly influenced a lot of the choices we made during the arrangement of the album. I think that when you are preparing to compose songs with music and words, neither of these two aspects should be put at the service of the other, except in rare cases and took. I also really like the band who are always hovering between different atmospheres within the same song: a song by Opeth, for example, you can not know for sure how it ends … The extreme distortion or switching noise are increasingly refined around the corner … This unpredictability and this range of tonal possibilities have always fascinated me enormously.

What are your personal musical influences?
The fulcrum around which all the influences of the band is progressive from the 70s to today, from Yes and King Crimson to get to the prog metal of today. At this each adds his personal tendencies, ranging truly 360 °, really hard to make a complete list.

Who are the Vitriol Vitriol out? Do you have other projects, what you do in life every day?
Almost all of the band members have the chance to work with music, being teachers in different Musical Academies (Bass To Rock, Stables Captains, AMM, Officina della Musica, and others). Michele and I put to good use our knowledge of the progressive to propose around Italy in a seminar bass/drums on irregular times in rock/metal band called “Hard Times”. Each of us, then, has several musical projects from many different styles, ranging from hard rock to reggae and folk music. As I said, we are very musically eclectic!

As you can see the metal scene and the present progressive?
The current landscape is full of excellent artistic proposals, but the current crisis record company that now has continued for years and that brings the label not to invest more on new proposals are “squeezing” a lot of little-known band, they would only need a good chance to make themselves known to the general public. I say “invest” because one of the most important roles that they performed the labels was to act as a “nursery” for new proposals: often the band that have shown the most brilliant they needed to grow and mature to make good use of their artistic quality, and this was possible only with a long-term policy, which aimed to profit immediately after the first album. It seems to me that lately the major push to promote the usual band, at the expense of small businesses that record instead succumb because they can not be able to compete economically with their rivals. The result of this operation seems to be a slew of albums not too exciting of the “big” band (of course with some exceptions), while many little gems by lesser-known bands just waiting to be discovered by the most attentive listeners.

You are active for a few years, what impression you have of the musical Italian? Any bands in particular impressed you?
The Italian environment is rich but is strangled by some “peculiarities” of our country. For a variety of interesting proposals does not match a circuit of venues which emphasize quality live, and, above all, of the band posing with hard work and passion for their music. The concept of a call cover band to maximize collections seems to be prevailing. With some exceptions, it seems that the Italian environment is not very interested in a artistic management aimed to grab the best picks underground and abroad. The organization of our tour abroad is making me see more clearly these differences … It ‘mind the live circuit serving band “famous” (though blatantly biased towards the central/northern Italy), but for the underground band is really hard to play “human” conditions. At least that’s what we’ve seen based on our modest experience. Concerning the Italian bands that I listened to the most in recent years, I think they are very valid especially in November, perhaps too underrated band, and Kingcrow, which have lately been churning out excellent work. Changing gender listening pleasure even the old albums Exilia, Labyrinth, Rhapsody, Extrema.

Have projects in the pipeline at the moment?
A lot, actually! We are finalizing the production of different video clips that will be disseminated as soon as possible through our promotional channels. Among these will be a surprise for lovers of Italian progressive, it is a cover arranged in our way, I hope to be able to hear something in a few weeks! We are also in the final stages of organizing a European tour to promote the best album abroad, we think we can touch different countries, but this still leaves an air of surprise that reveals just everything will be ready …

What should we expect from the next job of Vitriol?
This is a question I ask myself the day following the release of “Into the Silence sinks” but, to be honest, I have not the answer! I am already at work, but even on a purely mental. I am reflecting on various issues challenging, but it is still early to make choices net. I would also like to enter some of the concepts of composition ‘” special” I am filing at the “theoretical”, but on this, between saying and doing … However, we will actually work after the European dates.

Forthcoming live dates?
As you mentioned we are in the middle of the organization of the tour, as soon as possible on our website publish many new features!

One album that would like to have on a desert island?
It ‘s really hard to pick only one … Anyway:
Piero: Pink Floyd – The Dark Side of the Moon
Thomas: Ark – Burn The Sun
Alessandro: Pantera – Cowboys from hell
Gianluca: King Crimson – In the court of King Crimson
Michele Webber / Rice – Jesus Christ Superstar
Francesco: Pain of Salvation – Remedy Lane

To you, the last words hailed as favorite friends IdM!
A huge thanks to Italy Metal for giving us this space!
We hope that readers go take a few minutes to listen to the songs on our website or on our youtube channel www.insidevitriol.com http://www.youtube.com/insidevitriol, the emerging music now more than any other time in history has needed the support of the live audience!
Prog on! M /

Interview by Psycho Andy Romi
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